Nel mese di febbraio 2017 a Bangkok, capitale delle pietre preziose, incominciarono a circolare voci sull’esistenza di un nuovo deposito di Zaffiri Blu nel Nord Etiopia. Da allora Dealers avventurosi, inconsci di quelle che potevano essere le condizioni del paese, sono corsi ad ispezionare la zona. Il deposito è stato individuato nella regione del Tigray,
precisamente nella città di Aksum (chiamata anche Axum)a circa 35km a sud del confinecon l’ Eritrea.
Una zona che già nella storia era stata definita “Città delle pietre”, punto di ritrovo di dealer locali per la compra vendita di pietre provenienti da quelle zone. Le principali zone minerarie si trovano nei pressi di Chila, a circa 25km di distanza da Axum, dove vi trovano impiego 5.000 persone che lavorano in condizioni controllate ogni giorno. Si tratta per lo più di depositi secondari, quindi siti destinati all’ or’igine di Zaffiri e Rubini, ma fino ad inizio anno nessun Corindone era mai stato portato nelle piazze di commercio.
Nei primi mesi del 2017 sembrerebbe essere emerso in superficie un deposito che ha destato tanta curiosità, e diversi ricercatori tra cui esponenti del GIA ( Gemological Institute of America) hanno iniziato a studiare i primi campioni di Zaffiri blu portati a Bangkok, permettendo la classificazione delle inclusioni all’ interno dei cristalli, aggiungendo così un’altra fonte per i nostri archivi.
Basandoci su un breve periodo di ricerca, possiamo concludere che la maggioranza dei grezzi trovati non supera i 3 grammi, anche se le eccezioni esistono e sono sempre presenti, e sono stati trovati esemplari anche superiori ai 50 grammi.
Generalmente quelli con dimensioni maggiori sono molto inclusi, e con molte fratture, il che li fanno diventare inutilizzabili per trattamenti e di conseguenza.. “Ideali per il fondo dell’ acquario”..cit.
Sulle campionature arrivate a Bangkok sono stati condotti diversi esperimenti di riscaldamento per verificare come il materiale in questione potesse reagire e non si sono notate grandi differenze con Zaffiri in arrivo da altri depositi del mondo.
Dalle analisi condotte si può affermare che solo il 5-10% del materiale non ha bisogno di nessun trattamento per incrementare il colore, quindi in definitiva la qualità non eccelle.
Il colore dei cristalli varia da blu scuro ad azzurro chiaro, e si può notare come all’ interno di essi siano sempre presenti fini aghi di Rutilo, e spesso anche diverse inclusioni stellari, le trapiche-like inclusion. In certi casi queste gemme esibiscono tonalità di giallo o verde, spesso combinati con il blu in Zaffiri bicolore. Tutti gli zaffiri che il GIA ha analizzato, mostrano un pleocroismo molto forte, che varia da blu a verde.
Altre inclusioni principali rimangono linee di accrescimento intersecate, cristalli di differente origine, impronte digitali, canaletti, e fasci di rutilo.
Dopo la grande corsa in Madagascar di fine 2016 per scoprire i nuovi depositi di Corindoni del Paese, abbiamo aggiunto un ulteriore fonte di Zaffiri Blu, facendo arrivare il conto di siti attivi al mondo a poco meno di una decina. Oltre alle ormai note Madagascar, Sri Lanka, Thailandia, Australia, e Burma, abbiamo ora aggiunto la Etiopia.
Non si prevede un abbassamento del prezzo degli Zaffiri, in considerazione del fatto che la quantità di pietre che rispecchiano gli standard di Gemma rimangono una piccola percentuale, e questo deposito non sembra far aumentare le quantità di Gemme di qualità nel mercato: in qualunque caso per gli esperti di analisi gemmologiche rimane importante conoscere ogni aspetto di queste pietre per poterne riconoscere subito la corretta provenienza.