Rare in quanto costituiscono l’unico caso di perle prodotte “in cattività” – per così dire – dal mollusco d’acqua salata del genere Pteria sterna : normalmente, indurre una Pteria sterna ad accettare l’innesto d’un nucleo e costruirvici qualcosa – com’è d’uso per qualsiasi altra normale ostrica perlifera – è l’equivalente dello spingere su per una scala a pioli un mulo degli alpini; ebbene, stavolta il mulo degli alpini s’è arrampicato su per la scala a pioli, ecco.
E, sarà utile ribadire il concetto, il miracolo s’è avverato in una sola località del globo terracqueo : in un bacino di coltivazione situato nella baia di Bacochibampo del Mar di Cortez nel Golfo di California, regione di Guaymas, Stato di Sonora , Messico. Se qualcuno, poi, anelasse ad un indirizzo più preciso, la prima volta che si dovesse recare – a La Paz, a San Josè del Cabo o a Cabo San Lucas in Baja California – a lustrarsi gli occhi col veder transitare al largo balene grigie, mante giganti, tartarughe liuto, megattere ed altre specie migratorie ancora, chieda in giro fornendo le coordinate di cui sopra : è come avere tra le mani un rilevatore satellitare, tanto son rivelatrici. Rare, le nostre perle da Pteria sterna lo son pure – e ribattiamo il chiodo – poiché provenienti da un allevamento di sole 200.000 ostriche autoctone in un ambiente marino ove nel non lontano 1993 si censiva un miserabile numero di 54 (cinquantaquattro, all’estremo limite dell’estinzione) di tali molluschi perliferi arcobaleno-labiati, allo stato brado. Commendevole, quindi, il lavoro di preservazione dell’Ente Governativo preposto, se a tutt’oggi si contano in qualche milione gli esemplari “in libertà” e , quel che più risulta difficoltoso, in un paio di centinaia di migliaia i campioni “in cattività” (coltivati). Vogliamo pure attribuire alle “più rare perle coltivate al mondo” il patentino di “perle più ‘verdi’ ”, in senso ecologico? Chi di voi non è refrattario al fascino dell’ambientalismo, si lasci dunque trasportare dall’entusiasmo : nel Mare di Cortez prosperano oggi, oltre alle Pteria sterna, altre quattro specie protette (un tempo a minaccia d’estinzione) tra quelle colà dimoranti : ostriche nero-labiate del genere Pinctada mezatlanica, esemplari di qualcuna delle 23 specie di pesci di larga stazza e delle 22 specie di invertebrati di grandi dimensioni che in quel golfo lungo ben 1.203 Km han trovato il loro habitat preferenziale. Che dire, poi, del fatto che la “nostra” ostrica possiede, tra tutti i possibili molluschi perliferi, le più colorate e belle valve, migliori e più perfette pure di quelle dell’Abalone, il che è tutto dire? E che produce perle aventi colori di base dal nero al bianco al grigio ed al porpora, con colori di superficie diffusi su d’ un ampio spettro di tinte comprendenti il verde, il blu, il viola ed il dorato ? E che, agli UV ad onda lunga, tali perle emettono un’ inusitata ed insolita fluorescenza rosa-rosso, a differenza di perle d’altra origine che, di fluorescenza, non ne han punto, o al massimo sul blu verdastro ? (A proposito, v’è qualche volonterosa fanciulla che si presti a sperimentare tal effetto in discoteca, ovvero a verificare se l’emissione luminosa si manifesti e come, com’è il caso dei diamanti fluorescenti montati su questo o quell’anello od orecchino, provare per credere?). Non trovereste da sballo una perla con un arcobaleno sulla sommità, un viola dorato nella parte centrale ed un blu violetto scuro in basso, oppure con un colore di base viola ed un colore di superficie d’un incredibile verde smeraldo ? Non è solamente una questione di mescolanze cromatiche – bizzarre o meno – , di improbabili caleidoscopiche fantasmagorie che possano o meno soddisfare estri estetici, anche i più stravaganti : si tratta, in ultima istanza, d’aver qui a che fare con veri e propri miracoli di Madre Natura, in cui improbabili forme di vita organica han catturato ed evidenziato in improbabili ed imprevedibili forme cromatiche una forma d’energia che è la quintessenza e l’origine d’ogni forma di vita su questi Pianeta : la luce. Questo è lo sballo, cari amici : un che di mistico!
Luigi Costantini
Per gentile concessione de L’ Orafo Italiano
Foto di Veronica Roccoli